Siamo giunti alla quaresima 2025. Quaresima dell’anno giubilare. Per il Vangelo delle piccole cose mi soffermo su una sola parola: pietra. Nel Nuovo Testamento compare molte volte, soprattutto quando si parla della lapidazione o del cuore duro come un sasso. Qui rientra come lusinga del diavolo che tenta il figlio dell’Uomo. È ripetitivo il Demonio: ha un metodo preciso. Sembra sempre parlare a fin di bene. Con queste premesse ipotetiche, propone una realtà in apparenza buona. Il pane è buono, anche la pietra è buona. Nell’Antico Testamento è stata capace di dissetare tutte le tribù nel deserto! Trasformarla in pane sarebbe ottimo. Gesù ne sarebbe stato capace da solo.
Gesù come risponde? Con la stessa Parola di Dio.
Approfondiamo: l’ipotesi porta al dubbio. Satana insinua. Come farai a vivere questo tuo essere Figlio di Dio? Gesù non cede al tranello e risponde citando Deuteronomio 8,3: si vive di ogni parola che esce dalla bocca di Dio, non di solo pane. Questo richiama appunto la tentazione di Israele nel deserto, del cibo, del pane, della manna, dell’acqua. Non gli è mancato niente. Non gli si sono logorati addosso gli abiti!
Ma in realtà cosa vorrà dire Gesù? Il pane ci vuole. Se noi non mangiamo o non respiriamo, non viviamo. Dove sta la tentazione? La tentazione è porre il pane come primo obbiettivo della propria vita, invece della Parola. Se io come primo obbiettivo della mia vita ammucchio i beni materiali: il denaro, il petrolio, ammucchiare tutte le cose, cosa capita? Capita che io diventerò padrone del mondo e ucciderò tutti gli altri. I riferimenti ai politici di oggi sono appropriatissimi!
Quindi il problema non è o pane o Parola di Dio, ma vivere il pane, vivere tutti i beni secondo la Parola di Dio. E cosa dice la Parola di Dio? Che i beni non sono oggetto di possesso, perché Dio non possiede nulla, Dio dona tutto. Impariamo a condividere: solo così la pietra diventerà pane. Altrimenti resterà un’arma con cui colpire!