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Più di me (ὑΠὲΡ ἐΜὲ)

Quando da piccolino mi chiedevano: “Ma ami più la mamma o il papà?” – rimanevo perplesso e dalla mia espressione significativa l’importuno interlocutore cambiava domanda. L’amore è quantificabile? Tanto, poco…boh.

Eppure il registro che usa Gesù nel vangelo di oggi è proprio quello familiare. Il campo semantico delle parole che incontriamo nella nostra pericope è infatti quello delle relazioni parentali, della casa, addirittura quello del bicchiere d’acqua che immaginiamo venga preso alla fonte o versato da una brocca, magari in una cucina… Dietro il lessico del quotidiano ci sono dei semitismi. Per cui in certe traduzioni ci viene anche detto “Chi non odia sua padre, non è degno di me…” che ci sembra un’esagerazione. In realtà Gesù ci chiede di avere affetti ordinati con priorità rispettate. Nella logica del Regno infatti si dà un superamento dei legami familiari nell’amore per il Messia. Il verbo usato per amare (il padre o la madre, il figlio o la figlia) è quello che designa l’amore naturale (philéo). Per quello teologale si usa agapáo. Dice un autore spirituale: «L’amore paterno, fraterno, filiale, dev’essere trasceso dalla dilezione divina che si è manifestata nel Messia» (A. Mello).

Questo ovviamente non significa amare di meno i genitori, che hanno dato la vita ai figli, anzi. Il detto di Gesù del v. 37, «Chi ama il padre o la madre più di me non è degno di me», non può essere messo in opposizione con quanto ancora Gesù chiede nei comandamenti. Quelle che contano, sono le priorità: il verbo ebraico che dice “onorare” (kabed) porta in sé una radice che è quella del “peso”, della “pesantezza”, come a dire che la storia personale, quella del proprio passato, della famiglia di origine, dei propri genitori, tutto questo ha un forte peso nella vita dei figli, e tutto ciò lascerà sempre un segno. Il nostro verbo dice anche che ai genitori vanno date le cose che a loro spettano, e che solo i figli possono dare. Tutto questo però richiede di essere pesato, perché venga dato il giusto peso, non di più, e non di meno: anche i doveri verso i propri genitori devono essere rapportati alle esigenze del Regno.