In ginocchio

La pesca miracolosa - Mi manifattura Gobelins su cartoni di Raffaello

La memoria di San Gregorio, un grande papa ci fa incontrare il brano della pesca miracolosa secondo la versione di Luca. Egli è attento ai dettagli e registra che nel momento stesso in cui Simone si accorge di avere di fronte Dio si vergogna della sua indegnità e si accovaccia in ginocchio. Mi soffermo su questo gesto.

Mi è venuta alla mente una frase di Romano Guardini: «Quando pieghi il ginocchio, non farlo né frettolosamente né sbadatamente. Dà all’atto tuo un’anima! Ma l’anima del tuo inginocchiarsi sia che anche interiormente il cuore si pieghi dinanzi a Dio in profonda reverenza». (Lo spirito della liturgia. I santi segni, Brescia 1996, p. 132)

L’atteggiamento del corpo di mettersi in ginocchio esprime la supplica e l’adorazione a Dio. È una posizione della preghiera cristiana che ha le sue radici nella Bibbia e che è prescritta in certi momenti della liturgia. Ho l’impressione che ci dia un po’ fastidio metterci in ginocchio. Anche in confessionale la gente preferisce mettersi seduta comodamente e il sacramento scivola in “chiacchierata”

Supplica, preghiera, rispetto, implorazione erano i messaggi antichi di questo gesto. Io stesso, mannaggia all’artrosi e all’artrite e al mal di schiena ecc. ecc. , mi accorgo che sto sempre meno in ginocchio e tutte le volte che lo faccio – a parte il dolore che sento –  mi ricordo di un sacerdote che una volta mi disse: se vuoi sapere se un prete è un valido sacerdote, dovresti guardargli le ginocchia…e da come sono…capiresti!

Immagine: La pesca miracolosa – Mi manifattura Gobelins su cartoni di Raffaello